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A.I.A. Ancona

Associazione Italiana Arbitri - Sez. di Ancona

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A.I.A. Ancona

La Sezione Siamo Noi | Gabriele Scipione

22 Aprile 2022 da A.I.A. Ancona

Il Benemerito di oggi ha 48 anni di tessera, è stato membro del CDS per diversi anni, OT sezionale e vanta nel suo palmares un premio Barcaccia e un premio Criminesi.

Ciao Gabriele, come prima cosa volevamo sapere come ti sei avvicinato all’arbitraggio?
Giocavo a calcio, ma non ero particolarmente forte, avevo iniziato a giocare a 18 anni. Non mi divertivo molto, poi sono andato a lavorare ad Ancona e passando per il centro ho visto “Vieni a fare l’arbitro, un modo diverso di fare sport”, ho iniziato a fare il corso. C’era Renato Bonetti presidente e mi è piaciuto subito il percorso che avevo intrapreso.

Com’è cambiato nel tempo essere un arbitro?
Considero un punto di forza aver avuto la Sezione nel centro della città, in questo modo i ragazzi passavano spesso, a livello geografico era molto attrattiva; la presenza sia degli organi tecnici che dei ragazzi la rendeva viva.
La Sezione è la culla dell’arbitro, ci si raccontano le esperienze di campo e personali.
Quando ero organo tecnico avevo la possibilità di dare dei suggerimenti ai ragazzi per poterli aiutare nel loro percorso di crescita.
Anche il rapporto con gli altri OT era bellissimo, si stava tanto tempo insieme a lavorare sulle designazioni e dopo, terminati i lavori, si mangiava insieme.

Ci racconti qualcosa della tua esperienza da nazionale nel calcio a 5?
Nel calcio a 11 ho fatto la Promozione (ai tempi non c’era l’eccellenza e la categoria successiva erano gli scambi), me la giocavo per salire ma non ci sono mai riuscito (in quegli anni sono passati arbitri come Montebelli e Brignoccoli).
Mi sono buttato allora nel calcio a 5, mi hanno proposto al Nazionale e ho fatto 4 anni.
Ai raduni a Coverciano condividevo la camera con Gilberto Sacchi, quella camera lì però, quando si radunava la Nazionale, era quella di Tardelli e Cabrini!
Essere al nazionale mi ha dato la possibilità di viaggiare e di vedere l’Italia.

Senti che essere un arbitro ti abbia dato qualcosa in più nella vita quotidiana?
In campo un arbitro decide in poco tempo e può anche sbagliare, ma questo ti insegna ad essere equilibrato quando devi prendere delle decisioni per la tua vita. Mi ha aiutato ad essere più riflessivo, a cercare di ragionare e ad essere meno impulsivo.
Mi divertivo in quello che facevo, non ho mai contestato i miei OT perché non mi hanno promosso.
Ripensando al mio percorso devo dire che anche se non sono stato nelle massime categorie mi sono divertito tanto.

Un consiglio per i nostri arbitri?
L’arbitro bravo è quello che sbaglia meno, per fare questo è necessario allenarsi tanto e conoscere a menadito il regolamento. La terza cosa importante secondo me è l’intuizione e quella purtroppo o ce l’hai o non ce l’hai.

Matteo Varagona

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Dionisi: “Se vuoi andare da qualche parte, devi correre almeno il doppio”

15 Aprile 2022 da A.I.A. Ancona

Nei giorni scorsi si è svolta la dodicesima Riunione Tecnica stagionale per gli associati anconetani: relatore della serata è stato l’arbitro in forza alla Commissione Arbitri Nazionale Serie A e B Federico Dionisi, appartenente alla Sezione de L’Aquila.

L’ospite è stato accolto dal Presidente Sezionale Fabrizio Ricciardi nei locali del palazzo della FIGC, in un’aula piena di associati: dai giovani ragazzi che hanno da poco superato l’ultimo corso fino ai benemeriti più anziani.

La serata si è aperta con un video di presentazione realizzato ad hoc, riprendendo le immagini di Federico in azione nei terreni di gioco della Serie A e B.

Tema della lezione è stato l’errore. Attraverso i filmati delle proprie gare, commentati con l’interazione della platea, Dionisi ha infatti ricordato l’importanza di riconoscere i propri errori.

“Bisogna capire dove nasce lo sbaglio per non incapparci la volta successiva – ha affermato il fischietto aquilano -. Per migliorarsi bisogna lavorare dietro la svista e non pensare che sia stata solo sfortuna; bisogna essere forti nell’andare avanti e dire ‘Ho sbagliato, ma ora faccio meglio’. Mai soffermarsi sull’errore commesso – ha ricordato Dionisi – in questo modo si eviterà di commetterne altri”.

A sostegno delle sue tesi, Federico ha poi riportato una citazione di Thomas Alva Edison: “Io non ho fallito 2000 volte nel fare 1 lampadina… semplicemente ho trovato 1999 modi su come non va fatta una lampadina”.

“Nell’arbitraggio serve equilibrio – ha dichiarato l’ospite – quando si è sul terreno di gioco si ha uno zaino nel quale vanno messe tutte le decisioni, perché se pensiamo alle azioni come a dei compartimenti stagni il rischio è quello di assumere delle decisioni che non sono in equilibrio le une con le altre”.

Un altro consiglio che i fischietti dorici hanno sicuramente fatto loro è che bisogna lavorare sodo, specie sui propri errori, per raggiungere gli obiettivi, d’altronde come scriveva Lewis Carroll: “Se vuoi andare da qualche parte devi correre almeno il doppio”.

Terminato il suo intervento, il Presidente Ricciardi ha ringraziato Dionisi della lezione impartita agli associati, sottolineando come “I ventuno ragazzi dell’ultimo corso hanno tratto di certo buoni consigli da mettere subito in pratica nelle prime gare”.

Proprio i nuovi arbitri poi si sono visti consegnare le divise dall’ospite, momento emozionante e simbolico che denota quanto la passione accomuni un arbitro di Serie A e un giovane neo-immesso.

Nella copertina: Gli arbitri neo-immessi con il Presidente Fabrizio Ricciardi e Federico Dionisi.

Nella gallery:
Primo piano su Dionisi;
Sguardo alla platea;
Dionisi consegna la propria divisa al Presidente Ricciardi;
Il Presidente Ricciardi omaggia l’ospite al termine della riunione.


Articolo di: Matteo Varagona
Fonte: www.aia-figc.it

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Ma(r)che CRAnde lezione!

7 Aprile 2022 da A.I.A. Ancona

Lunedì 4 aprile, presso i locali della FIGC si è tenuta la visita della commissione CRA Marche alla Sezione di Ancona.
I lavori sono cominciati nel tardo pomeriggio con i colloqui divisi per organici. Al termine degli stessi è iniziata la riunione vera e propria aperta dal Presidente di Sezione Fabrizio Ricciardi.

Ha preso poi la parola il Presidente CRA Riccardo Piccioni che ha presentato la sua squadra: Eleonora Giampieri (Responsabile Segreteria), Rito Briglia (Responsabile OA), Cristian Cudini (Responsabile 1’ categoria), Henry Gullini (Responsabile 2’ categoria, SGS e femminile), Alessandro Masini (Amministrazione), Paolo Giammarchi e Fabio Passarini (Componenti Calcio a 5). Assente Nicola Nicoletti (Responsabile AA).

Tutti loro hanno voluto fare un piccolo intervento ricordando che la sezione è un luogo importante: si parte e si finisce lì.
Abbiamo detto più volte che l’arbitraggio è un grande formatore, Gullini però ha tenuto a specificare come lo sia non solo perché ci mette in relazione con i calciatori ed i dirigenti, ma per come ci permette di interagire tra di noi: al polo e nei raduni, con i nostri competitor per la categoria superiore che spesso sono nostri amici. L’arbitraggio ci insegna a dare il meglio di noi nella competizione senza dimenticare il valore umano che ci lega con gli altri.
Altro tema, portato avanti da Briglia, è quello di mettersi in discussione, mai accontentarsi, avere fame. Diverse squadre postano le immagini della partita, rivedendo il video bisogna mettersi in discussione, solo così si ottengono i risultati.

Prima di cominciare con la parte tecnica, il Presidente Piccioni si è voluto raccomandare con gli associati dorici di prestare attenzione nell’utilizzo dei social e dell’importanza di fare squadra all’interno dell’Associazione. In campo si commettono degli errori ed è importante resettare ed andare avanti. Così nella vita di tutti i giorni, ed in particolare con i colleghi, l’Arbitro è quello che quando commette un errore lo riconosce, chiede scusa e va avanti cercando di fare sempre meglio.

Successivamente con l’ausilio di video delle categorie della nostra regione, Piccioni e Briglia hanno voluto commentare degli episodi, soffermandosi sui temi di collaborazione e body language.
Siamo una squadra, perciò sul terreno di gioco si collabora per arrivare a prendere la decisione corretta. Sul body language l’attenzione è quella di essere credibili attraverso il proprio linguaggio del corpo per trasmettere sicurezza ai calciatori sul fatto che siamo convinti che stiamo assumendo la decisione corretta.

Al termine dei video, la serata è proseguita in un locale situato nelle vicinanze dove la Commissione ha continuato a vivere un momento conviviale con i ragazzi della Sezione di Ancona.

Matteo Varagona

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11° RTO

12 Marzo 2022 da A.I.A. Ancona

Giovedì 10 marzo è stata una giornata impegnativa per gli arbitri della Sezione di Ancona.
Le attività hanno preso il via nel tardo pomeriggio con gli allenamenti nei vari poli sezionali di Senigallia, Ancona ed Osimo.
Al termine della seduta, l’appuntamento è stato per tutti gli associati nella sala Renato Picchio per lo svolgimento della RTO.

La riunione si è svolta in maniera separata tra calcio a 11 e calcio a 5.

Per il calcio a 5 i relatori sono stati Roberto Rossini e l’arbitro CAN 5 Daniele Conti.

Tema della riunione del calcio a 11 è stato la differenza tra DOGSO e SPA. A spiegare le decisioni corrette da assumere sul terreno di gioco è stato Carlo della Bona, associato della sezione dorica nonché membro del Settore Tecnico per il modulo formazione e perfezionamento tecnico.

Carlo nella spiegazione si è avvalso dell’utilizzo di video preparati appositamente dal Settore Tecnico facendo intervenire la platea, in particolare i ragazzi che hanno superato l’ultimo corso arbitri.
Ha ricordato quanto sia importante l’allenamento per poter poi in gara essere in grado di trovarsi nella posizione migliore per poter valutare l’evento, scattare la fotografia e riconoscere subito se si tratta di fattispecie di DOGSO o di SPA per poi andare a prendere il provvedimento disciplinare corretto.

Terminati i lavori la serata è proseguita in una pizzeria nelle vicinanze dove si è condiviso un momento conviviale.

Matteo Varagona

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Siate tutto quello che desiderate

8 Marzo 2022 da A.I.A. Ancona

otto marzo aia

Ho sempre pensato che lo sport abbattesse le divisioni: alle elementari nell’ora di ginnastica ci si toglieva il grembiule, niente più blu né rosa perché al momento di fare le squadre non si guardava se eri M o F. Ancora ricordo il rimprovero subito perché dopo una sconfitta, ne ero responsabile dinanzi a tutta la squadra non solo perché capitano bensì in quanto da capitano non avevo scelto Giulia per la nostra squadra.

Se lo sport è così forte, ho pensato che il mio sport preferito, il calcio, essendo uno dei più praticati nel nostro territorio, dovesse essere all’avanguardia su questo aspetto e difatti, sempre a scuola, giocare a calcio insieme a: Monica, Martina e Giulia era perfettamente normale e nessuno pensava “Anche se sono ragazze sono più forti di alcuni di noi maschi”.

Crescendo non è stato sempre così, anzi ci siamo abituati all’idea che il calcio sia uno sport maschile. Se è considerato normale la divisione maschile e femminile in sport come: pallavolo, pallacanestro, atletica… per il calcio c’è: il calcio e poi quello femminile.
Un calcio considerato da molti diverso troppo, al punto che se una calciatrice è più forte delle altre viene definita un “maschiaccio” come se non si potesse essere forti senza, allo stesso tempo, far venire meno i caratteri dell’essere una donna.

Il nostro calcio si sa non gode di perfetta salute, uno dei problemi che sono emersi con maggiore criticità in questa stagione è quello della mancanza degli arbitri.
Una cosa che non si può non notare è la differenza di numeri, le ragazze che vogliono prendere in mano i cartellini sono in netta minoranza rispetto ai ragazzi.
Questo divario non può trovare giustificazione nel classico pregiudizio che alle donne non piaccia il gioco del calcio. La realtà è che purtroppo il mondo del calcio, non sempre, sembra essere pronto ad accogliere persone che amano questo sport se di sesso femminile.

Era qualche hanno fa quando girava una pubblicità in cui 6 calciatori di una squadra di Serie A stavano guardando una partita insieme e capita un episodio regolamentare che fa schierare i calciatori a metà: chi la pensa in un modo e chi in un altro. Entra poi in campo un arbitro che spiega come va risolta la questione, episodio chiarito e tutti contenti.

Nella realtà purtroppo non è sempre così, vai a vedere la partita al bar e capita un episodio particolare di cui i più non sono a conoscenza di quale sia la risoluzione fornita dal regolamento del gioco del calcio. Entra in scena F, arbitro, che spiega come in realtà la decisione assunta dal collega sul terreno sia quella corretta. La risposta è però netta: “Ma che ne vuoi sapere tu che sei una donna.”
(Anche nel caso della pubblicità l’arbitro coinvolto era una donna).

Sarebbe bello poter abbattere definitivamente questi pregiudizi, in parte sembra che ci si stia evolvendo positivamente: vedere donne nel ruolo di arbitri e assistenti nei campionati regionali sta diventando una cosa comune.

Ricordo un’intervista di S, oggi dirigente, alla rivista L’Arbitro in cui diceva che sentiva l’allenatore dire ai suoi ragazzi prima della partita: “Oggi l’arbitro è una donna perciò niente fuorigioco”, per poi invertire la rotta durante l’intervallo: “è brava, giochiamo come sempre”.
Sì perché non bisogna dimenticare la professionalità e la passione che vengono impiegate in questo ruolo indipendentemente dal fatto che ad indossare la divisa ci sia una donna o un uomo.

Sicuramente essere donna ed essere arbitro non è facile, c’è un gap fisico di partenza che però grazie alla grande costanza, forza ed impegno dimostrato in allenamento viene prontamente colmato. Non è facile perché quando arrivi allo stadio e magari hai gli assistenti ufficiali non hai modo di fare squadra all’interno dello spogliatoio.
No, non deve essere sicuramente facile ma lo fanno con grande passione e NESSUNO ha il diritto di negare loro di continuare a sognare, perché loro hanno imparato a sognare e di certo non hanno alcuna voglia di smettere.

Leggendo sui social si dice che oggi non bisogna fare gli auguri perché non è la Festa della Donna bensì è la Giornata Internazionale dei Diritti della Donna.
Beh io un augurio lo voglio fare. Voglio augurarmi che non serva più dover ricordare che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini ma che questi gli vengano concretamente riconosciuti in ogni ambito.

Auguri a tutte le calciatrici perché possano raggiungere i traguardi che si sono prefissati
Auguri a tutte le donne che sognano di poter fare l’arbitro
Auguri a tutte le donne che sono già arbitri e sognano la loro prima gara
Auguri a tutte le donne che sognano affinché riescano a realizzarli, con la fierezza di essere DONNE!

Abbiate cura di splendere
Siate tutto quello che desiderate

Matteo Varagona

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Accendiamo nuove emozioni

21 Febbraio 2022 da A.I.A. Ancona

debutti

Sono 7 i ragazzi, che di recente hanno superato il corso arbitri, ad aver fatto il loro esordio assoluto nella categoria Giovanissimi:
• Davide Camilloni
• Giacomo Ronconi
• Martino Pieroni
• Michela Angeli Temperoni
• Matteo Dhamo
• Stefano Scarpona

Abbiamo chiesto loro come è stata la loro prima partita in “giacchetta nera”.

Che esperienza è stata?
Tutti: All’inizio ero molto emozionato, il tutor mi è stato di aiuto, da fuori è difficile immaginare a quante cose deve fare attenzione un arbitro durante la gara ma, anche grazie alla presenza del tutor, mi sono concentrato su ciò che accadeva in mezzo al campo e posso dire di essermi divertito molto e di non vedere l’ora di tornare in campo per la prossima partita.

Che emozioni hai provato al fischio d’inizio?
Giacomo: Non sono abituato a fischiare, sentivo la responsabilità di quello che stavo facendo.
Martino: Appena mi è arrivata la designazione ero contento di essere stato scelto per il debutto. Al momento del primo fischio ero un po’ preoccupato di non venire accettato dai calciatori/dirigenti, invece hanno capito che era la prima partita e mi sono venuti incontro.
Davide: Al primo fischio ero molto emozionato, quasi timido. Durante la partita poi ho fischiato un calcio di rigore, mi sono sentito carico di responsabilità.

Siamo arbitri, oltre la partita c’è di più?
Stefano: Mi sono preparato per questo debutto a livello atletico e tecnico, ho guardato le classifiche e poi mi sono portato dietro 2 fischietti, doppi cartellini, matite.
Martino: L’allenamento è importante e avere la possibilità di avere vicino ragazzi che sono stati nelle categorie nazionali è molto stimolante, oltre al fatto che sanno darti consigli su come allenarsi bene e su come stare in campo.
Matteo: Prima pensavo all’arbitro come alla persona che va allo stadio e fischia durante la partita.
Ora vedo il lavoro che c’è dietro: l’allenamento, la preparazione tecnica nello studio del regolamento; devo dire che potersi allenare con i nazionali mi spinge a dare il massimo per puntare ad alti livelli.
Davide: Questo inizio mi è piaciuto molto, so che in questa Associazione ci sono diverse possibilità e voglio viverla fino in fondo.

Nella categoria Allievi ha invece debuttato Michele Gravina.

Primo passaggio di categoria, come stai?
Sono sincero, non mi aspettavo questa designazione, sono molto contento di questo primo salto di categoria e voglio impegnarmi per continuare la scalata.

Sei Arbitro da non molto ma sei già molto attivo, come lo stai vivendo?
Arbitrare mi diverte molto, quando sono sul terreno di gioco concentro tutto me stesso sulla partita. Ho giocato a calcio e so quanto è importante per un calcatore che l’arbitro faccia bene il proprio dovere, mi sento responsabilizzato so di fare una cosa importante.

Matteo Varagona

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La Sezione Siamo Noi | Luciano Piloni

21 Febbraio 2022 da A.I.A. Ancona

A.B. LUCIANO PILONI

Il benemerito di oggi ha 58 anni di tessera, è stato componente CRA e osservatore nella CAN 5. Ecco Luciano Piloni!

Come ti sei avvicinato all’arbitraggio?
Ho iniziato a fare l’arbitro perché ero incuriosito, nel periodo in cui mi sono iscritto c’era mio padre che era ancora in attività. Non c’è stata alcuna imposizione, ma era uno stimolo in più per fare bene e scalare le categorie. Sono arrivato come arbitro sino alla Promozione e poi per 2 anni in Serie D da assistente. Fuori dagli impianti di gioco ero nella Polizia Municipale, una vita in divisa con il fischietto in bocca!

Com’è la CAN 5?
L’avventura nazionale è stata molto bella, mi ha permesso di girare l’Italia e vedere grandi arbitri. Nonostante ne abbia visti a migliaia ancora mi ricordo trasferte particolari, come quella a Palermo o quella a L’Aquila in cui il campo era all’aperto e ai bordi delle strade c’era la neve.

Oggi si parla tanto delle donne, io ricordo con piacere che nel CRA Marche abbiamo lanciato Sonia Bolognesi che oggi è in organico CAN 5.

Alla fine ho dovuto scegliere se rimanere alla CAN 5 come osservatore o essere componente CRA.

La scelta è andata verso la tua regione. Tra i tanti arbitri che hai visto ti dice niente il nome Angelo Galante?
Ho seguito Angelo sin dall’inizio, il primo anno che lo volevano proporre mi sono opposto perché doveva ancora maturare. E’ stato proposto l’anno successivo ed il resto è storia. Ho ancora i referti delle sue gare. Sono contento che sia riuscito a raggiungere importanti traguardi internazionali all’interno dei palazzetti come arbitro in campo e che ora come dirigente sia responsabile della CAN 5 élite!

La bellezza di essere arbitro?
Mi piace stare in mezzo ai giovani. Fino a 2 anni fa, grazie alla deroga concessami dal Presidente Nazionale, ero osservatore a livello regionale. L’arbitraggio mi ha permesso di togliermi tante soddisfazioni.

Un consiglio per i nostri arbitri?
La preparazione atletica è importantissima, bisogna essere delle persone serie in campo e fuori, non devono poi mancare la motivazione e la volontà di arrivare. Queste secondo me sono le principali prerogative che un arbitro deve avere.

Dall’alto della tua esperienza, consiglieresti ad un giovane di iniziare il corso arbitri?
Sono contento che con l’ultimo corso più di 30 ragazzi (tra cui diverse ragazze) abbiano deciso di intraprendere questa esperienza.
Chi si tessera viene a fare sport gratuitamente e si inserisce in un contesto serio e sano dove impara a comportarsi.

Matteo Varagona

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Marco Marinelli in C1

17 Febbraio 2022 da A.I.A. Ancona

Lo scorso 4 Febbraio, nella sfida tra Castelbellino calcio a 5 e Pianaccio, ha debuttato nella categoria C1 di Futsal il nostro Marco Marinelli che ha risposto così alle nostre domande.

Ciao Marco, come sta andando la stagione?
Bene, sono molto contento di come sta andando la stagione.
Vorrei ringraziare il Presidente di Sezione Fabrizio Ricciardi per essermi stato “a fianco” e il Presidente regionale Riccardo Piccioni e i Componenti Futsal Paolo Giammarchi e Fabio Passarini per aver riposto fiducia in me e avermi designato per la Serie C1.
Sono soddisfatto di questo debutto, sapevo che avrei potuto esordire a breve anche se non me lo aspettavo subito dopo la pausa, alla prima partita del 2022.
Sono rimasto colpito.

Ti sei dedicato con grande impegno in diverse attività: sei stato Referente sezionale ed ora lo sei a livello regionale per la Rivista l’Arbitro.
Sì, mi sono dedicato molto alle attività associative in questi anni. Con l’aiuto dell’ex Presidente sezionale Angelo Galante, insieme a Jacopo Saccomani, negli anni abbiamo organizzato i raduni estivi a Spiaggia Romea dove davamo spazio all’allenamento e alla tecnica, alternandoli a momenti di svago e relax!

Tanti impegni ma anche tante soddisfazioni, come il raduno CAN 5 elité.
Stare con i top class Calcio a 5 è qualcosa di incredibile, è stato un gran privilegio poter partecipare come inviato per la Rivista.
Tra gli elitè si respirava il clima “di nicchia” dei nazionali, riservato ai soli arbitri di Serie A.

E hai incontrato Chiara Perona, arbitro della finale Campionato Europeo di Futsal.
Sì, ho avuto la fortuna di incontrarla diverse volte, perché anche lei è una Referente regionale, per il CRA Piemonte-Valle d’Aosta.

Da Referente sei molto attivo sui social, qualche consiglio su come usarli al meglio?
Iniziamo ricordando che ogni social ha le sue peculiarità: una foto su Instagram ha un peso differente rispetto a Facebook.
I social vanno saputi usare. Personalmente utilizzandoli per gli scopi associativi dell’AIA ho imparato tante cose per farne un uso più corretto e consapevole.
Se sei in un’azienda è giusto che incarni i principi etici che rispecchiano quell’azienda.
Bisogna pensar bene prima di pubblicare un post, immaginando chi lo potrà vedere. Certe cose si possono tranquillamente condividere tra amici, ma sui social vengono viste anche da altre persone e dunque il linguaggio dev’essere appropriato, perché il significato che possono assumere è diverso.

Matteo Varagona

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AA-Andrea Belogi

11 Febbraio 2022 da A.I.A. Ancona

Sabato scorso, a Capodarco di Fermo, la Futura 96 ha affrontato il Centobuchi MP, gara valevole per la 16’ giornata del girone B del campionato di Promozione Marche.
Ad esordire nella categoria nel nuovo ruolo di assistente c’era il nostro Andrea Belogi!

Ecco un estratto della nostra chiacchierata post-gara.

Ciao Andrea, sei entrato in un ruolo nuovo ed hai fatto il debutto nel campionato di Promozione, che cosa è cambiato, com’è vivere la partita in terna?
È un mondo completamente diverso rispetto a come ero abituato prima, adesso devo prendere confidenza col nuovo ruolo, ma mi sto già divertendo tanto.
Stare in terna mi suscita emozione, mi dà nuovi stimoli. Una novità è che ora mi sento più parte della squadra, già in macchina durante la trasferta in direzione dello stadio si crea un clima di affiatamento importante, in 1’ categoria ovviamente tutto questo non era possibile.

Come è andato questo debutto in Promozione?
Ci sono diversi aspetti che devo ancora migliorare, però mi piace quello che sto facendo.
Ero un po’ preoccupato all’inizio, volevo dimostrare di essere all’altezza. L’arbitro aveva curato la partita molto bene, analizzando con cura i dettagli ed i possibili scenari. Terminato il briefing mi sentivo più sicuro e in partita siamo andati tutti bene. Quando le cose vengono preparate con la giusta attenzione è più facile ottenere il risultato sperato.

Matteo Varagona

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7’ RTO

16 Gennaio 2022 da A.I.A. Ancona

La situazione non è delle migliori, i campionati sono fermi e il Covid dilaga, ma la grande famiglia di AIA Ancona non interrompe le sue buone abitudini e chiama i suoi ragazzi a rapporto per la 7’ RTO stagionale.

Riunione svoltasi in video-conferenza iniziata con i saluti del Presidente Ricciardi, il quale ha ricordato quanto, nonostante la situazione pandemica, sia sempre importante mantenersi in allenamento vista anche la vicina ripresa dei campionati.

La riunione è poi proseguita con i partecipanti che sono stati suddivisi per organici: Settore Giovanile e Scolastico, 3’ e 2’ categoria, futsal, Regionali e Nazionali.

Matteo Varagona

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