Alessandro Giallatini, assistente arbitrale Internazionale, e Giulio Dobosz, assistente arbitrale alla CAN A, entrambi della Sezione di Roma 2, giovedì 12 ottobre hanno partecipato ad una seduta di allenamento congiunta dei giovani colleghi dorici. Sandro e Giulio, capaci di trasmettere con naturalezza la loro esperienza e la straordinaria personalità che li contraddistingue, hanno raggiunto gli associati dei poli di allenamento di Ancona, Osimo e Senigallia, per l’occasione riunitisi all’impianto anconetano “Pista di atletica Italico Conti”. Sotto le direttive del preparatore Marco Ladisa, hanno guidato prima il riscaldamento e poi l’allenamento del nutrito gruppo di assistenti. Dopo l’allenamento Giallatini e Dobosz hanno preso parte alla riunione già convocata nella Sezione di Ancona.
Il Presidente del Comitato Regionale Arbitri Marche, Carlo Ridolfi, ha voluto rivolgere un saluto alla folta platea, raggiunta insieme con il responsabile CRA degli Assistenti, Alessandro Marinelli, quello degli Osservatori, Guido Corradetti, e il Segretario, Massimiliano Polacco. Dopo il benvenuto del Presidente Angelo Galante, la parola è passata agli ospiti.
Gallatini, o meglio “Sandro” come si fa chiamare da tutti, ha preso la parola per raccontare la sua storia, quella di un bambino che a sette anni ha visto la sua nazionale vincere i mondiali e da quel momento si è innamorato del calcio in tutte le sue accezioni “quello giocato, quello delle figurine e dei suoi campioni”, trovando poi la sua via nell’arbitraggio. Ha condiviso questo lungo cammino con “Giulio”, uomo e assistente di grande valore, suo primo sostenitore oltre che grande amico.
Un viaggio nei ricordi e nei sentimenti, nel suo amore per questo sport, nei suoi successi e fallimenti; sapendo cogliere quei treni che nella vita passano una, massimo due volte, e sapendo superare le difficoltà, perché non si è forti quando si è sempre all’apice, ma quando si cade e ci si continua a rialzare.
Il sogno di Sandro forse si è già realizzato, ma lui continua a sognare, così come noi ascoltando la storia di un ragazzo partito dalla promozione con la sua bandierina e arrivato a stringere la mano di Messi al Camp Nou.
(fonte: aia-figc.it)